(messaggio
di) Filippo: spiego la scrittura .
Domanda
(del gruppo): Come posso spiegare la scrittura che a volte noi stessi
fatichiamo a comprendere?
Risposta
(dal gruppo a fianco): la Bibbia non è un libro è Dio che ci parla,
prima di tutto dobbiamo interiorizzarla noi inoltre, prima della
spiegazione, che a volte rischia di rimanere teoria distaccata, occorre
far capire attraverso la nostra testimonianza e la nostra vita, che
incontrare la Scrittura significa incontrare il Signore, occorre suscitare
il desiderio di incontrare il Signore
Filippo:
cerco il dialogo
Domanda:
Come fai ad entrare in dialogo con chi è così differente da te?
Risposta
: per entrare in dialogo con i ragazzi fondamentale è l'accoglienza che
tuttavia deve essere rispettosa e non invadente.
Importante
è l'ascolto a partire dalle loro esperienze.
Cercare
di capire i loro bisogni per poter comunicare risposte a ciò che cercano
Filippo:
raggiungo
Domanda:
Come facciamo a raggiungere i nostri ragazzi affinché riusciamo a
capire di cosa hanno bisogno? Come facciamo a raggiungere quelli più
lontani?
Risposta:
ricordiamoci sempre che siamo strumenti del Signore (con tanti limiti) è
lui che può riempire i bisogni dei ragazzi. Noi siamo un tramite e come
Filippo non dobbiamo né compiacerci, né sconfortarci di ciò che i
ragazzi possono percepire da noi.
Certo
occorre un lavoro costante di ricerca ed approfondimento da parte nostra,
ma nessuno si sente mai all'altezza.
Per
raggiungere i più lontani a volte basta un gesto di attenzione, o
responsabilizzare con gesti concreti chi è più in difficoltà.
Tutto
va fatto con molta umiltà, ricordandoci che accanto a noi c'è lo Spirito
Santo che opera dove non arriviamo noi.
Filippo:
condivido un percorso
Domanda:
Filippo dicci come possiamo conciliare le differenze tra noi e tra i
ragazzi e fare in modo che queste diventino ricchezze ?
Risposta:
i ragazzi ci danno molto e spesso ci lasciano stupiti, dobbiamo sentirci
in un cammino di crescita con loro.
Non
dobbiamo avere la presunzione di sapere tutto, è importante diventare
amici, non giudicarli, non guardarli dall'alto al basso, ma provare
interesse per la loro vita.
Importante
è proporre loro con convinzione un cammino, una strada, ma poi lasciarli
liberi.
La
ricchezza è mettere in pratica queste cose ed essere in dialogo prima di
tutto tra noi educatori.
Filippo:
vengo mandato su una strada ignota
Domanda:
A chi mi posso affidare per percorre questa strada ignota, e come
faccio a sapere che è la strada giusta?
Risposta:
ci affidiamo prima di tutto alla preghiera ed alla conoscenza della Parola
di Dio e degli insegnamenti della Chiesa, certi che la preghiera allo
Spirito Santo ci guiderà sulla strada giusta.
Fondamentale
è la condivisione .
Ogni
ragazzo è una strada diversa da percorrere .
Filippo:
lascio libero l'altro
Domanda:
Come fai ad istruire? Quale è il confine tra educare e lasciare
liberi? Come essere credibili? Cosa significa lasciare liberi?
Risposta:
Filippo si è accostato all'eunuco, ma non lo ha forzato, ha aspettato che
le richieste venissero da lui, anche quella del battesimo, per questo non
vediamo contrapposizione tra educare e lasciare liberi, perché l'educazione
non è un obbligo, ma un dono, un dare agli altri strumenti per decidere,
scegliere cosa fare della propria vita, educare significa portare gli
altri ad essere liberi.
Importante
poi è la libertà vissuta dopo, a volte ci appropriamo delle persone
(come dei luoghi), li facciamo i "nostri ragazzi", i nostri
luoghi, fatichiamo a sentirci servitori e non possessori . Gesù
lascia liberi i due discepoli, Filippo fa lo stesso con l'eunuco.
Essere
credibili è possibile a partire dalla Parola, occorre testimoniarla con l'esempio,
soprattutto trasmetterla con GIOIA.